Archeologia e turismo a Km 0

Luigi
Archeologia e turismo a Km 0

Visite turistiche

Sorge nei pressi di Rosciolo, piccolo borgo di origini medievali ai piedi del monte Velino. Una prima antica chiesa è forse sorta tra il V e il VI secolo sulle rovine di un tempio pagano, ma l’attuale struttura, opera di un certo Nicolò, e che faceva parte di un insieme conventuale oggi scomparso, risale probabilmente all’inizio dell’XI. La prima data certa che testimoni senza ombra di dubbio l’esistenza di Santa Maria è il 1048, allorché il conte dei Marsi Berardo, dona il castello di Rosciolo e le sue pertinenze al monastero di Santa Maria; segue un’ulteriore donazione di Berardo del 1084, in cui il monastero è inserito nei possedimenti dell’Abbazia benedettina di Montecassino. Alterne vicende interessarono la chiesa nel corso dei secoli: la distruzione avvenuta nel 1268 in concomitanza con la battaglia fra Corradino di Svevia e Carlo d’Angiò; un periodo di abbandono da parte dei monaci nel 1362; le dispute fra i Conti dei Marsi e l’abbazia di Farfa per la proprietà del cenobio; l’acquisizione del complesso da parte della famiglia Colonna e la rivendicazione regia nel 1765; la distruzione del monastero fino ai restauri piuttosto invasivi del 1931. Per maggiori info: https://www.iluoghidelsilenzio.it/chiesa-di-santa-maria-in-valle-porclaneta-rosciolo-di-magliano-de-marsi-aq
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Church of Saint Mary in Porclaneta
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Sorge nei pressi di Rosciolo, piccolo borgo di origini medievali ai piedi del monte Velino. Una prima antica chiesa è forse sorta tra il V e il VI secolo sulle rovine di un tempio pagano, ma l’attuale struttura, opera di un certo Nicolò, e che faceva parte di un insieme conventuale oggi scomparso, risale probabilmente all’inizio dell’XI. La prima data certa che testimoni senza ombra di dubbio l’esistenza di Santa Maria è il 1048, allorché il conte dei Marsi Berardo, dona il castello di Rosciolo e le sue pertinenze al monastero di Santa Maria; segue un’ulteriore donazione di Berardo del 1084, in cui il monastero è inserito nei possedimenti dell’Abbazia benedettina di Montecassino. Alterne vicende interessarono la chiesa nel corso dei secoli: la distruzione avvenuta nel 1268 in concomitanza con la battaglia fra Corradino di Svevia e Carlo d’Angiò; un periodo di abbandono da parte dei monaci nel 1362; le dispute fra i Conti dei Marsi e l’abbazia di Farfa per la proprietà del cenobio; l’acquisizione del complesso da parte della famiglia Colonna e la rivendicazione regia nel 1765; la distruzione del monastero fino ai restauri piuttosto invasivi del 1931. Per maggiori info: https://www.iluoghidelsilenzio.it/chiesa-di-santa-maria-in-valle-porclaneta-rosciolo-di-magliano-de-marsi-aq
Nonostante numerosi storici parlando delle origini di Alba siano discordi circa la sua appartenenza alla popolazione marsa o equa, Livio uno dei più attendibili la colloca in territorio equo. Questo popolo fiero e militarmente prestante aveva probabilmente costruito sulla collina di Alba un oppidum che dominava tutte le vallate circostanti. La sua rilevanza strategica non sfuggì ai romani che, per poter portare avanti la propria espansione nell' Italia centrale, cercarono in ogni modo di conquistarla. Dopo sanguinose battaglie e l'affermarsi sempre più evidente della potenza romana, gli Equi furono sconfitti e massacrati. Cosi' attorno al 303 a.c. Alba Fucens, sotto il consolato di Lucio Genucio e Servio Cornelio, fu trasformata in una delle più importanti colonie latine. Il fatto che Alba giocasse un ruolo di primaria importanza nelle strategie militari dell' Italia centrale è confermato dalla deduzione di 6000 coloni , come attesta tito livio (IX, 43,25) "Soram atque Albam coloniae deductae. Albam in aequos sex milia colonorum scripta". La presenza dei coloni e la stima di Roma nei confronti della leale città creerà tra esse un legame fortissimo, che porterà Alba Fucens ad un rapporto di fedeltà assoluta verso Roma. Già, infatti, nei primi anni del III sec. a.c. una spaventosa coalizione (Etruschi, Umbri, Sanniti e Galli) puntava su Roma. Gli Albensi e le popolazioni limitrofe si allearono alla causa romana favorendo così l'arrivo della vittoria di Sentinum (295 a.c.). durante le guerre puniche, Annibale si inoltrò con i suoi eserciti nel cuore dell' Italia centrale e guidò una marcia verso Roma mentre le armate consolari erano lontane. La Urbe in pericolo non poté fare altro che chiedere aiuto alle colonie vicine. Fu proprio in questo episodio che ancora una volta si manifesta la fedeltà di Alba, che invia 2000 uomini a contrastare l'avanzata di Annibale che si ritira verso sud (211 a.c.). Alla fine della seconda guerra punica Siface re dei Numidi, fu catturato e portato in confino ad Alba (203 a.c.). Stessa sorte toccò a Perseo di Macedonia (168 a.c.) e a Bituito re degli Averni. Questi episodi confermano che la colonia in quel tempo venisse utilizzata come sede di prigionia dei re detronizzati. Nel corso delle guerre sociali Alba rimane ancora fedele a Roma resistendo ai numerosi attacchi dei socii ribelli. Al termine della guerra in applicazione della ?Lex Julia Municipalis de Civitate danda?, la città come il resto d' Italia ottenne l'ordinamento municipale e la cittadinanza romana. Negli scontri tra Mario e Silla (88/82 a.c.) Alba si schierò con Mario mentre nella guerra civile tra Pompeo e Cesare (49/45 a.c.) le truppe di Pompeo stanziate nella colonia passarono deliberatamente dalla parte di Cesare. Durante l'eta' imperiale Alba vive un perido di grande prosperità economica. In quest'epoca vengono riammodernati e abbelliti monumenti pubblici e privati mentre sorgono nuove strutture. Tutto questo benessere era dovuto anche all'incremento economico che aveva apportato la bonifica del lago Fucino. La crisi e la decadenza della colonia iniziano nel III sec. d.c. e si accentuano nel VI sec. in seguito ad alcuni eventi sismici e le frequenti invasioni barbariche che comportarono, l'abbandono progressivo della città. In seguito al fenomeno dell'incastellamento feudale, nel IX sec. troviamo l'abitato concentrato sull'acropoli dove intorno al castello si formerà il villaggio medioevale.
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Isifunda se-Archaeological se-Alba Fucens
Via Alba Fucens
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Nonostante numerosi storici parlando delle origini di Alba siano discordi circa la sua appartenenza alla popolazione marsa o equa, Livio uno dei più attendibili la colloca in territorio equo. Questo popolo fiero e militarmente prestante aveva probabilmente costruito sulla collina di Alba un oppidum che dominava tutte le vallate circostanti. La sua rilevanza strategica non sfuggì ai romani che, per poter portare avanti la propria espansione nell' Italia centrale, cercarono in ogni modo di conquistarla. Dopo sanguinose battaglie e l'affermarsi sempre più evidente della potenza romana, gli Equi furono sconfitti e massacrati. Cosi' attorno al 303 a.c. Alba Fucens, sotto il consolato di Lucio Genucio e Servio Cornelio, fu trasformata in una delle più importanti colonie latine. Il fatto che Alba giocasse un ruolo di primaria importanza nelle strategie militari dell' Italia centrale è confermato dalla deduzione di 6000 coloni , come attesta tito livio (IX, 43,25) "Soram atque Albam coloniae deductae. Albam in aequos sex milia colonorum scripta". La presenza dei coloni e la stima di Roma nei confronti della leale città creerà tra esse un legame fortissimo, che porterà Alba Fucens ad un rapporto di fedeltà assoluta verso Roma. Già, infatti, nei primi anni del III sec. a.c. una spaventosa coalizione (Etruschi, Umbri, Sanniti e Galli) puntava su Roma. Gli Albensi e le popolazioni limitrofe si allearono alla causa romana favorendo così l'arrivo della vittoria di Sentinum (295 a.c.). durante le guerre puniche, Annibale si inoltrò con i suoi eserciti nel cuore dell' Italia centrale e guidò una marcia verso Roma mentre le armate consolari erano lontane. La Urbe in pericolo non poté fare altro che chiedere aiuto alle colonie vicine. Fu proprio in questo episodio che ancora una volta si manifesta la fedeltà di Alba, che invia 2000 uomini a contrastare l'avanzata di Annibale che si ritira verso sud (211 a.c.). Alla fine della seconda guerra punica Siface re dei Numidi, fu catturato e portato in confino ad Alba (203 a.c.). Stessa sorte toccò a Perseo di Macedonia (168 a.c.) e a Bituito re degli Averni. Questi episodi confermano che la colonia in quel tempo venisse utilizzata come sede di prigionia dei re detronizzati. Nel corso delle guerre sociali Alba rimane ancora fedele a Roma resistendo ai numerosi attacchi dei socii ribelli. Al termine della guerra in applicazione della ?Lex Julia Municipalis de Civitate danda?, la città come il resto d' Italia ottenne l'ordinamento municipale e la cittadinanza romana. Negli scontri tra Mario e Silla (88/82 a.c.) Alba si schierò con Mario mentre nella guerra civile tra Pompeo e Cesare (49/45 a.c.) le truppe di Pompeo stanziate nella colonia passarono deliberatamente dalla parte di Cesare. Durante l'eta' imperiale Alba vive un perido di grande prosperità economica. In quest'epoca vengono riammodernati e abbelliti monumenti pubblici e privati mentre sorgono nuove strutture. Tutto questo benessere era dovuto anche all'incremento economico che aveva apportato la bonifica del lago Fucino. La crisi e la decadenza della colonia iniziano nel III sec. d.c. e si accentuano nel VI sec. in seguito ad alcuni eventi sismici e le frequenti invasioni barbariche che comportarono, l'abbandono progressivo della città. In seguito al fenomeno dell'incastellamento feudale, nel IX sec. troviamo l'abitato concentrato sull'acropoli dove intorno al castello si formerà il villaggio medioevale.
La città di Alba, data la posizione strategica, all'intersezione dei territori abitati dai Marsi e dagli Equi, fu a lungo contesa fra i due popoli. Divenne colonia romana nel 303 a.c., ma solo successivamente le fu attribuito lo stato di municipio. Sempre alleata di Roma, la difese contro Annibale nella seconda Guerra punica e le rimase fedele anche durante la Guerra Sociale. Per aver preso le parti di Mario contro Silla, il suo territorio fu lottizzato (centuriazione), e dato ai veterani dei luogotenenti di Silla. Coinvolta nella guerra tra Pompeo e Cesare, la città divenne roccaforte degli anticesariani comandati da Domizio Enobarbo che più tardi si arrese a Cesare. In età imperiale fu luogo ricco e prospero come testimoniano i resti archeologici, tra cui un imponente anfiteatro voluto dal prefetto Macrone. Quest'ultimo, condannato da Caligola, per evitare la confisca dei beni decise di suicidarsi, ma prima, per lascito testamentario, fece costruire l'anfiteatro ad Alba Fucens, sua città natale. Per maggiori info: http://www.italia.it/it/idee-di-viaggio/arte-e-storia/le-rovine-di-alba-fucens.html
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Amphitheater Alba Fucens
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La città di Alba, data la posizione strategica, all'intersezione dei territori abitati dai Marsi e dagli Equi, fu a lungo contesa fra i due popoli. Divenne colonia romana nel 303 a.c., ma solo successivamente le fu attribuito lo stato di municipio. Sempre alleata di Roma, la difese contro Annibale nella seconda Guerra punica e le rimase fedele anche durante la Guerra Sociale. Per aver preso le parti di Mario contro Silla, il suo territorio fu lottizzato (centuriazione), e dato ai veterani dei luogotenenti di Silla. Coinvolta nella guerra tra Pompeo e Cesare, la città divenne roccaforte degli anticesariani comandati da Domizio Enobarbo che più tardi si arrese a Cesare. In età imperiale fu luogo ricco e prospero come testimoniano i resti archeologici, tra cui un imponente anfiteatro voluto dal prefetto Macrone. Quest'ultimo, condannato da Caligola, per evitare la confisca dei beni decise di suicidarsi, ma prima, per lascito testamentario, fece costruire l'anfiteatro ad Alba Fucens, sua città natale. Per maggiori info: http://www.italia.it/it/idee-di-viaggio/arte-e-storia/le-rovine-di-alba-fucens.html
I Cunicoli di Claudio sono un'opera idraulica di epoca romana, costituita da un lungo canale sotterraneo, sei cunicoli e trentadue pozzi, che l'imperatore Claudio fece costruire tra il 41 e il 52 d.C. per prosciugare il lago Fucino con lo scopo di salvaguardare i paesi marsicani dalle inondazioni o dalle malsane secche e rendere i terreni emersi coltivabili. Dal versante di Avezzano una buona parte delle acque lacustri defluì, attraverso l'emissario ipogeo del monte Salviano, nel fiume Liri dallo sbocco di Capistrello. Il canale sotterraneo rappresenta la più lunga galleria realizzata dai tempi antichi fino all'inaugurazione del traforo ferroviario del Frejus avvenuta nel 1871 Con la caduta dell'Impero romano, in assenza di manutenzione, la galleria si ostruì facendo ritornare lo specchio d'acqua ai livelli originari. Diversi secoli dopo, a cominciare dal 1854, Alessandro Torlonia realizzò il nuovo canale lungo oltre 6 chilometri, ricalcando in buona parte il tunnel claudiano. La nuova opera idraulica, connessa al monumentale Incile del Fucino, permise il totale prosciugamento del lago che avvenne ufficialmente nel 1878 Nel 1902 i cunicoli di Claudio, erroneamente detti anche "cunicoli di Nerone", sono stati inclusi tra i monumenti nazionali italiani. L'area, che rappresenta un sito d'interesse archeologico e speleologico, è tutelata da un parco inaugurato nel 1977 Per maggiori info: https://www.romanoimpero.com/2018/11/cunicoli-di-claudio-cunicoli-di-nerone.html
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Tunnels of Claudius
Via Cavour
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I Cunicoli di Claudio sono un'opera idraulica di epoca romana, costituita da un lungo canale sotterraneo, sei cunicoli e trentadue pozzi, che l'imperatore Claudio fece costruire tra il 41 e il 52 d.C. per prosciugare il lago Fucino con lo scopo di salvaguardare i paesi marsicani dalle inondazioni o dalle malsane secche e rendere i terreni emersi coltivabili. Dal versante di Avezzano una buona parte delle acque lacustri defluì, attraverso l'emissario ipogeo del monte Salviano, nel fiume Liri dallo sbocco di Capistrello. Il canale sotterraneo rappresenta la più lunga galleria realizzata dai tempi antichi fino all'inaugurazione del traforo ferroviario del Frejus avvenuta nel 1871 Con la caduta dell'Impero romano, in assenza di manutenzione, la galleria si ostruì facendo ritornare lo specchio d'acqua ai livelli originari. Diversi secoli dopo, a cominciare dal 1854, Alessandro Torlonia realizzò il nuovo canale lungo oltre 6 chilometri, ricalcando in buona parte il tunnel claudiano. La nuova opera idraulica, connessa al monumentale Incile del Fucino, permise il totale prosciugamento del lago che avvenne ufficialmente nel 1878 Nel 1902 i cunicoli di Claudio, erroneamente detti anche "cunicoli di Nerone", sono stati inclusi tra i monumenti nazionali italiani. L'area, che rappresenta un sito d'interesse archeologico e speleologico, è tutelata da un parco inaugurato nel 1977 Per maggiori info: https://www.romanoimpero.com/2018/11/cunicoli-di-claudio-cunicoli-di-nerone.html