Escursioni . . .

Maurizio
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Visite turistiche

Un insediamento che risale al periodo del Paleolitico e che, nei fatti, è un vero e proprio squarcio nella parete rocciosa con alle spalle le cime dolomitiche di Monte Cofano. Un posto davvero incredibile in cui la famiglia dei Mangiapane, da cui la grotta più grande prende il nome, vi realizzò delle piccole casette e vi abitò dal 1819 ai primi del ‘900 e in cui oggi sembra di vivere una favola di altri tempi. Dopo un periodo di abbandono il borgo nella roccia e le sue incredibili abitazioni sono state restaurate dalle persone del posto e aiutate dall’unico membro della famiglia Mangiapane ancora in vita. Infatti anche oggi nel villaggio tutto è esattamente com’era un secolo fa. Una grotta meravigliosa e con un’altezza di 70 metri, una larghezza di 13 e una profondità di 50 metri. Un gioiello vero e proprio al cui interno sono custoditi dei tesori di rara bellezza e importanza. Destinazione da non perdere anche in vista dell’estate che sta per arrivare, in quanto qui rivivono degli antichi mestieri, alcuni dei quali ormai sconosciuti ai più.
57 abantu bendawo batusa
Grotta Mangiapane
Contrada Scurati
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Un insediamento che risale al periodo del Paleolitico e che, nei fatti, è un vero e proprio squarcio nella parete rocciosa con alle spalle le cime dolomitiche di Monte Cofano. Un posto davvero incredibile in cui la famiglia dei Mangiapane, da cui la grotta più grande prende il nome, vi realizzò delle piccole casette e vi abitò dal 1819 ai primi del ‘900 e in cui oggi sembra di vivere una favola di altri tempi. Dopo un periodo di abbandono il borgo nella roccia e le sue incredibili abitazioni sono state restaurate dalle persone del posto e aiutate dall’unico membro della famiglia Mangiapane ancora in vita. Infatti anche oggi nel villaggio tutto è esattamente com’era un secolo fa. Una grotta meravigliosa e con un’altezza di 70 metri, una larghezza di 13 e una profondità di 50 metri. Un gioiello vero e proprio al cui interno sono custoditi dei tesori di rara bellezza e importanza. Destinazione da non perdere anche in vista dell’estate che sta per arrivare, in quanto qui rivivono degli antichi mestieri, alcuni dei quali ormai sconosciuti ai più.
Rocce calcaree a strapiombo su un mare limpido e turchese, piccole insenature e spiagge di ciottoli bianchi, anfratti e grotte abitate fin dal Paleolitico superiore, come l'importante sito preistorico della grotta dell'Uzzo, e poi le palme nane (il simbolo dello Zingaro) che ricrescono tra la gariga e la macchia mediterranea, anno dopo anno, nonostante i numerosi incendi. Oggi, per esplorare la riserva via terra, si può solo camminare. Dei cinque percorsi, tutti ben segnalati e percorribili con ai piedi gli scarponcini da trekking e una buona dose d'acqua potabile, il più facile e battuto asseconda per sette chilometri la costa (calcolare circa 2 ore, solo per l'andata), dall'ingresso sud (a Scopello) fino all'accesso nord (a San Vito Lo Capo) e rappresenta la scelta ideale per accedere agevolmente alle calette più spettacolari come Cala Capreria, Cala Disa, Cala Beretta, Cala Marinella, Cala Torre dell'Uzzo e Cala Tonnarella dell'Uzzo (la bellissima Cala Varo, invece, è raggiungibile solo via mare).
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I-Zingaro Nature Reserve
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Rocce calcaree a strapiombo su un mare limpido e turchese, piccole insenature e spiagge di ciottoli bianchi, anfratti e grotte abitate fin dal Paleolitico superiore, come l'importante sito preistorico della grotta dell'Uzzo, e poi le palme nane (il simbolo dello Zingaro) che ricrescono tra la gariga e la macchia mediterranea, anno dopo anno, nonostante i numerosi incendi. Oggi, per esplorare la riserva via terra, si può solo camminare. Dei cinque percorsi, tutti ben segnalati e percorribili con ai piedi gli scarponcini da trekking e una buona dose d'acqua potabile, il più facile e battuto asseconda per sette chilometri la costa (calcolare circa 2 ore, solo per l'andata), dall'ingresso sud (a Scopello) fino all'accesso nord (a San Vito Lo Capo) e rappresenta la scelta ideale per accedere agevolmente alle calette più spettacolari come Cala Capreria, Cala Disa, Cala Beretta, Cala Marinella, Cala Torre dell'Uzzo e Cala Tonnarella dell'Uzzo (la bellissima Cala Varo, invece, è raggiungibile solo via mare).
Imponente, il promontorio di Monte Cofano, regala subito di sé un’immagine affascinante ed elegante. Il suo profilo, riconoscibile da tutta la costa e i suoi colori cangianti, ad ogni ora del giorno, danno il benvenuto a chi decide di visitare la Riserva di Monte Cofano.
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Monte Cofano
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Imponente, il promontorio di Monte Cofano, regala subito di sé un’immagine affascinante ed elegante. Il suo profilo, riconoscibile da tutta la costa e i suoi colori cangianti, ad ogni ora del giorno, danno il benvenuto a chi decide di visitare la Riserva di Monte Cofano.
La Riserva della Laguna dello Stagnone di Marsala è un luogo magico, fuori dal tempo. Un paesaggio naturale suggestivo, mozzafiato, di rara bellezza per i suoi colori, i profumi, per i ritmi lenti delle onde del mare che dolcemente cullano le piccole barche da pesca, per le emozioni che suscitano i tramonti, per le sue bianche saline con i mulini a vento. Per la sua storia. La Riserva prende il nome dallo "Stagnone", una laguna che si estende da Punta Alga fino a San Teodoro e che comprende anche quattro isole: Mozia, Isola Grande o Lunga, Schola e Santa Maria. È la più vasta della Sicilia ed è caratterizzata da acque molto basse. La Riserva Naturale dello Stagnone si estende dal litorale nord di Marsala, che guarda l'arcipelago delle Egadi, e proseguendo fino alla città di Trapani.
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Stagnone Nature Reserve
228 Contrada Spagnola
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La Riserva della Laguna dello Stagnone di Marsala è un luogo magico, fuori dal tempo. Un paesaggio naturale suggestivo, mozzafiato, di rara bellezza per i suoi colori, i profumi, per i ritmi lenti delle onde del mare che dolcemente cullano le piccole barche da pesca, per le emozioni che suscitano i tramonti, per le sue bianche saline con i mulini a vento. Per la sua storia. La Riserva prende il nome dallo "Stagnone", una laguna che si estende da Punta Alga fino a San Teodoro e che comprende anche quattro isole: Mozia, Isola Grande o Lunga, Schola e Santa Maria. È la più vasta della Sicilia ed è caratterizzata da acque molto basse. La Riserva Naturale dello Stagnone si estende dal litorale nord di Marsala, che guarda l'arcipelago delle Egadi, e proseguendo fino alla città di Trapani.
La riserva naturale delle Saline trapanesi sa sempre suscitare emozioni, simili a quelle di chi ammira un quadro in tutta la sua bellezza… Sii perché anche la natura ha la sua vena artistica e la sua armonia. Passeggiando lungo i bordi delle vasche nelle ore che precedono il tramonto, si ha la possibilità di entrare in contatto con una natura sorprendente e suggestiva. Un contrasto di colori, un profumo unico che si propaga nell’aria e un senso di serenità che avvolge l’anima. Visitare le saline è un’opportunità per passeggiare tra mulini a vento e cumuli di sale bianchissimo che si riflettono, in un magnifico gioco di luci e colori, nelle vasche di acqua calda: alcune di colore blu, altre di colore rosa. Per conoscere più da vicino l’attività svolte nell’area della riserva, quasi mille ettari costituiti da saline di proprietà privata in cui viene tuttora praticata la sali-coltura (iniziata dai fenici), si può optare per una visita guidata...
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Saline yase-Trapani ne-Paceco
1 Via Carlo Messina
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La riserva naturale delle Saline trapanesi sa sempre suscitare emozioni, simili a quelle di chi ammira un quadro in tutta la sua bellezza… Sii perché anche la natura ha la sua vena artistica e la sua armonia. Passeggiando lungo i bordi delle vasche nelle ore che precedono il tramonto, si ha la possibilità di entrare in contatto con una natura sorprendente e suggestiva. Un contrasto di colori, un profumo unico che si propaga nell’aria e un senso di serenità che avvolge l’anima. Visitare le saline è un’opportunità per passeggiare tra mulini a vento e cumuli di sale bianchissimo che si riflettono, in un magnifico gioco di luci e colori, nelle vasche di acqua calda: alcune di colore blu, altre di colore rosa. Per conoscere più da vicino l’attività svolte nell’area della riserva, quasi mille ettari costituiti da saline di proprietà privata in cui viene tuttora praticata la sali-coltura (iniziata dai fenici), si può optare per una visita guidata...
45 abantu bendawo batusa
Faraglioni di Scopello
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Di origini cinquecentesche, nel '900 l’impianto del Santuario di Custonaci viene reso a croce romana con tre diverse navate divise da colonne in muratura dipinte con effetti marmorei dalle quali si innalzano archi a sesto acuto che richiamano stilemi gotici. Nel cappellone il settecentesco coro ligneo intagliato sovrastato da due importanti affreschi della prima metà del ‘700 raffiguranti la natività della Vergine e la natività di Cristo con i pastori opera di Domenico La Bruna. Il fondo del cappellone è interamente occupato da una grande tribuna marmorea policroma del ‘700 progettata da un ignoto architetto e realizzata da maestranze trapanesi utilizzando i variegati marmi locali. Delle cinque statue che occupano la tribuna solo quella dell’Immacolata è in marmo scolpita da ignoto scultore trapanese nei primi decenni del ‘600. Le altre sono tutte in legno opera di Pietro Calamela. Quelle poste nell’ordine inferiore rappresentano l’Abbondanza (a sinistra) e la Sapienza (a destra). Le due in alto raffigurano Sant’Alberto (a sinistra) e San Giuliano (a destra). Nelle volte delle due navate laterali le fondamentali scene legate al culto della Madonna di Custonaci ad opera di Carlo Righetto: l’arrivo del quadro sulla spiaggia di Bukuto e i Trasporti.
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Santuario Maria Santissima Di Custonaci
1 Piazza Santuario
11 abantu bendawo batusa
Di origini cinquecentesche, nel '900 l’impianto del Santuario di Custonaci viene reso a croce romana con tre diverse navate divise da colonne in muratura dipinte con effetti marmorei dalle quali si innalzano archi a sesto acuto che richiamano stilemi gotici. Nel cappellone il settecentesco coro ligneo intagliato sovrastato da due importanti affreschi della prima metà del ‘700 raffiguranti la natività della Vergine e la natività di Cristo con i pastori opera di Domenico La Bruna. Il fondo del cappellone è interamente occupato da una grande tribuna marmorea policroma del ‘700 progettata da un ignoto architetto e realizzata da maestranze trapanesi utilizzando i variegati marmi locali. Delle cinque statue che occupano la tribuna solo quella dell’Immacolata è in marmo scolpita da ignoto scultore trapanese nei primi decenni del ‘600. Le altre sono tutte in legno opera di Pietro Calamela. Quelle poste nell’ordine inferiore rappresentano l’Abbondanza (a sinistra) e la Sapienza (a destra). Le due in alto raffigurano Sant’Alberto (a sinistra) e San Giuliano (a destra). Nelle volte delle due navate laterali le fondamentali scene legate al culto della Madonna di Custonaci ad opera di Carlo Righetto: l’arrivo del quadro sulla spiaggia di Bukuto e i Trasporti.
597 abantu bendawo batusa
Ithempulethi yaseSegesta
Contrada Barbaro
597 abantu bendawo batusa
105 abantu bendawo batusa
Selinunte Archaeological Park
Piazzale Bovio Marconi
105 abantu bendawo batusa
Grotta dei Cavalli
7 abantu bendawo batusa
Monte Monaco
12 Via S. Vito Lo Capo
7 abantu bendawo batusa
Torretta Pepoli
ERICE