Musei, storia, esplorazione

Mario
Musei, storia, esplorazione

Storia nell'arcipelago

L'arcipelago non è solo mare: c'è anche molto altro!
Conoscete tutti i personaggi famosi che hanno vissuto nel nostro arcipelago? Napoleone Bonaparte subì una delle sue prime sconfitte proprio su queste isole: la prima medaglia d'oro al Valor Militare fu concessa ad un Maddalenino, Agostino Millelire, proprio per averlo battuto, e in seguito suo fratello ne ricevette un'altra. Giuseppe Garibaldi ci visse per gli ultimi 26 anni della sua vita. Horatio Nelson ci passò più di un anno, e più volte dichiarò che queste isole fossero più importanti di Malta per l'Inghilterra. Benito Mussolini ci venne confinato per 20 giorni nel 1943. Questi sono solo i nomi più conosciuti dei personaggi che hanno vissuto sulle nostre coste, ma il mare di queste isole era solcato dalle navi già dai tempi dei Romani e dei Fenici. Il granito estratto dalla cava situata a cala Francese fu adoperato per il complesso monumentale a Ismailia, monumenti eretto per difendere il canale di Suez. È presente inoltre a Roma in piazza Venezia e in molte altre zone del lungotevere, e la leggenda narra che sia parte anche nella base della Statua della Libertà. Sull'isola di Santo Stefano è ancora presente parte di una enorme statua di Costanzo Ciano, consuocero di Mussolini, mai portata a termine. Una storia così importante ha certamente lasciato dei segni visibili ancora oggi, e ancora oggi è possibile esplorarli. Non bastano pochi giorni per visitare tutti i forti militari, i musei, le opere d'arte e quelle civili, che sono presenti nell'Arcipelago, ma se oltre alle spiagge vi interessa anche la storia, questa guida vi porterà indietro nel tempo a viverne almeno un pezzetto.
177 abantu bendawo batusa
La Maddalena
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Conoscete tutti i personaggi famosi che hanno vissuto nel nostro arcipelago? Napoleone Bonaparte subì una delle sue prime sconfitte proprio su queste isole: la prima medaglia d'oro al Valor Militare fu concessa ad un Maddalenino, Agostino Millelire, proprio per averlo battuto, e in seguito suo fratello ne ricevette un'altra. Giuseppe Garibaldi ci visse per gli ultimi 26 anni della sua vita. Horatio Nelson ci passò più di un anno, e più volte dichiarò che queste isole fossero più importanti di Malta per l'Inghilterra. Benito Mussolini ci venne confinato per 20 giorni nel 1943. Questi sono solo i nomi più conosciuti dei personaggi che hanno vissuto sulle nostre coste, ma il mare di queste isole era solcato dalle navi già dai tempi dei Romani e dei Fenici. Il granito estratto dalla cava situata a cala Francese fu adoperato per il complesso monumentale a Ismailia, monumenti eretto per difendere il canale di Suez. È presente inoltre a Roma in piazza Venezia e in molte altre zone del lungotevere, e la leggenda narra che sia parte anche nella base della Statua della Libertà. Sull'isola di Santo Stefano è ancora presente parte di una enorme statua di Costanzo Ciano, consuocero di Mussolini, mai portata a termine. Una storia così importante ha certamente lasciato dei segni visibili ancora oggi, e ancora oggi è possibile esplorarli. Non bastano pochi giorni per visitare tutti i forti militari, i musei, le opere d'arte e quelle civili, che sono presenti nell'Arcipelago, ma se oltre alle spiagge vi interessa anche la storia, questa guida vi porterà indietro nel tempo a viverne almeno un pezzetto.
Punti chiave: -la casa in cui visse e morì Giuseppe Garibaldi è un museo visitabile, bellissimo. -é presente anche il Memoriale Giuseppe Garibaldi, a 4km di distanza. -il museo è visitabile con la guida, è consigliato prenotare. -il costo è il 7 euro a persona per la Casa Bianca, 6 per il memoriale, 11 euro per il biglietto cumulativo. -raggiungibile in auto o in autobus Il compendio Garibaldino è un museo sorto in quella che fu, per 26 anni fino al 1882, anno della sua morte, la casa dell'Eroe dei due Mondi, Giuseppe Garibaldi. Si trova sull'isola di Caprera, in una posizione privilegiata da cui l'Eroe poteva ammirare l'orizzonte, in quella che lui chiamava "la Casa Bianca". In questa casa, semplice ma bellissima, visse una vita semplice da contadino e marinaio, allevando capre, piantando pini, e secondo molte fonti creando e citando amicizie (soprattutto femminili) con i suoi dirimpettai, i Maddalenini. Allo stesso tempo, centinaia di visitatori passarono per questa casa, ed è proprio da qui che organizzò le grandi imprese che cambiarono l'Italia. La casa museo è collegata tramite un percorso museale al Memoriale Giuseppe Garibaldi, che si trova poco distante, in quello che un tempo fu il forte di Arbuticci. Il forte, costruito nel 1890, domina la parte Nord dell'isola, ed è a circa 4km dalla Casa Bianca. La visita ha un costo di 6 euro per gli adulti. Il museo è visitabile gratuitamente la prima domenica di ogni mese, e negli altri giorni ha un costo di 7 euro per ogni adulto, ma acquistando l'entrata cumulativa il prezzo scende a 11 euro per entrambi i musei. Entrambi i musei sono facilmente raggiungibili in auto o in autobus, la fa principale è dietro la biglietteria dei traghetti (400 metri da casa nostra) Consiglio: la Casa Bianca è assolutamente da visitare: è raro poter vedere in uno stesso luogo un generale che era anche un uomo. Qui le sue grandi gesta passavano quasi in secondo piano, ed è proprio la sua umanità che si percepisce, una sensazione quasi unica. http://www.garibaldicaprera.beniculturali.it
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I-Garibaldi Museum e-Caprera
Compendio Garibaldino
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Punti chiave: -la casa in cui visse e morì Giuseppe Garibaldi è un museo visitabile, bellissimo. -é presente anche il Memoriale Giuseppe Garibaldi, a 4km di distanza. -il museo è visitabile con la guida, è consigliato prenotare. -il costo è il 7 euro a persona per la Casa Bianca, 6 per il memoriale, 11 euro per il biglietto cumulativo. -raggiungibile in auto o in autobus Il compendio Garibaldino è un museo sorto in quella che fu, per 26 anni fino al 1882, anno della sua morte, la casa dell'Eroe dei due Mondi, Giuseppe Garibaldi. Si trova sull'isola di Caprera, in una posizione privilegiata da cui l'Eroe poteva ammirare l'orizzonte, in quella che lui chiamava "la Casa Bianca". In questa casa, semplice ma bellissima, visse una vita semplice da contadino e marinaio, allevando capre, piantando pini, e secondo molte fonti creando e citando amicizie (soprattutto femminili) con i suoi dirimpettai, i Maddalenini. Allo stesso tempo, centinaia di visitatori passarono per questa casa, ed è proprio da qui che organizzò le grandi imprese che cambiarono l'Italia. La casa museo è collegata tramite un percorso museale al Memoriale Giuseppe Garibaldi, che si trova poco distante, in quello che un tempo fu il forte di Arbuticci. Il forte, costruito nel 1890, domina la parte Nord dell'isola, ed è a circa 4km dalla Casa Bianca. La visita ha un costo di 6 euro per gli adulti. Il museo è visitabile gratuitamente la prima domenica di ogni mese, e negli altri giorni ha un costo di 7 euro per ogni adulto, ma acquistando l'entrata cumulativa il prezzo scende a 11 euro per entrambi i musei. Entrambi i musei sono facilmente raggiungibili in auto o in autobus, la fa principale è dietro la biglietteria dei traghetti (400 metri da casa nostra) Consiglio: la Casa Bianca è assolutamente da visitare: è raro poter vedere in uno stesso luogo un generale che era anche un uomo. Qui le sue grandi gesta passavano quasi in secondo piano, ed è proprio la sua umanità che si percepisce, una sensazione quasi unica. http://www.garibaldicaprera.beniculturali.it
Punti chiave: -una piccola cappella sugli scogli a picco sul mare -il panorama è magnifico, ed è uno dei luoghi più ricercati da chi vuole apprezzate la natura bellissima e selvaggia dell'Isola -raggiungibile in auto (strada sterrata) o a piedi dal centro cittadino (un'ora abbondante) -ampio parcheggio in loco -servizi di ristoro presenti Nella parte ovest dell'isola di Madalena, la costa è molto frastagliata, ed un Golfo, costituito da due fiordi opposti e quasi simmetrici, racconta due periodi storici dell'isola anch'essi opposti ma entrambi importanti per la storia Isolana. Ad una estremità del Golfo si trova quel che resta della Cava Francese, dove dal 1850 circa fu estratta una quantità inimmaginabile di rinomato granito Maddalenino. All'estremità opposta, la batteria militare antiaerea Carlotto, con alcuni meravigliosi scorci sul mare e sulle isole dell'arcipelago. Dal parcheggio della batteria Carlotto una stradina porta ad uno dei luoghi più belli dell'arcipelago: la cappella della Madonnetta. Alla fine dell'ottocento un pescatore molto devoto rischiò la vita in una giornata di bufera, e riparatosi tra gli scogli, ormai non più in grado di governare la sua barca, pregò la Madonna di salvargli la vita. Sopravvissuto, tenne fede alla sua promessa e tra gli scogli che lo videro salvarsi portò un'immagine della Madonna, davanti alla quale una volta alla settimana scendeva un cero ("luminu"). Nel 1923 fu eretta la cappella, dopo aver reso la zona sicura per i pellegrini, più volte ristrutturata perché esposta alle intemperie. Dalla cappella, arroccata su un enorme masso di granito, è possibile ammirare uno dei panorami più belli dell'Isola. La cappella della Madonnetta è raggiungibile tramite una strada sterrata che parte dalla strada panoramica. Dal centro cittadino, superata Punta Tegge, poco prima che inizi la salita, prendete la strada non asfaltata sulla sinistra. Volendo è anche possibile lasciare la macchina sulla strada panoramica e proseguire a piedi (circa venti minuti di cammino). La strada passa accanto alla costa, e sarà possibile godere di altri meravigliosi scorci. Consiglio: lungo la strada sono presenti numerose piccole insenature e fiordi, con altrettante piccole spiagge di sabbia o di roccia. Se avete qualche ora a disposizione per esplorare, potreste trovare dei luoghi molto poco frequentati e bellissimi.
Altare della Madonnetta
Punti chiave: -una piccola cappella sugli scogli a picco sul mare -il panorama è magnifico, ed è uno dei luoghi più ricercati da chi vuole apprezzate la natura bellissima e selvaggia dell'Isola -raggiungibile in auto (strada sterrata) o a piedi dal centro cittadino (un'ora abbondante) -ampio parcheggio in loco -servizi di ristoro presenti Nella parte ovest dell'isola di Madalena, la costa è molto frastagliata, ed un Golfo, costituito da due fiordi opposti e quasi simmetrici, racconta due periodi storici dell'isola anch'essi opposti ma entrambi importanti per la storia Isolana. Ad una estremità del Golfo si trova quel che resta della Cava Francese, dove dal 1850 circa fu estratta una quantità inimmaginabile di rinomato granito Maddalenino. All'estremità opposta, la batteria militare antiaerea Carlotto, con alcuni meravigliosi scorci sul mare e sulle isole dell'arcipelago. Dal parcheggio della batteria Carlotto una stradina porta ad uno dei luoghi più belli dell'arcipelago: la cappella della Madonnetta. Alla fine dell'ottocento un pescatore molto devoto rischiò la vita in una giornata di bufera, e riparatosi tra gli scogli, ormai non più in grado di governare la sua barca, pregò la Madonna di salvargli la vita. Sopravvissuto, tenne fede alla sua promessa e tra gli scogli che lo videro salvarsi portò un'immagine della Madonna, davanti alla quale una volta alla settimana scendeva un cero ("luminu"). Nel 1923 fu eretta la cappella, dopo aver reso la zona sicura per i pellegrini, più volte ristrutturata perché esposta alle intemperie. Dalla cappella, arroccata su un enorme masso di granito, è possibile ammirare uno dei panorami più belli dell'Isola. La cappella della Madonnetta è raggiungibile tramite una strada sterrata che parte dalla strada panoramica. Dal centro cittadino, superata Punta Tegge, poco prima che inizi la salita, prendete la strada non asfaltata sulla sinistra. Volendo è anche possibile lasciare la macchina sulla strada panoramica e proseguire a piedi (circa venti minuti di cammino). La strada passa accanto alla costa, e sarà possibile godere di altri meravigliosi scorci. Consiglio: lungo la strada sono presenti numerose piccole insenature e fiordi, con altrettante piccole spiagge di sabbia o di roccia. Se avete qualche ora a disposizione per esplorare, potreste trovare dei luoghi molto poco frequentati e bellissimi.
Punti chiave: -la strada che vi porterà in tutte le spiagge dell'isola: bellissima anche senza una destinazione specifica -andare piano sarebbe consigliabile: sua per evitare incidenti, sia per potersi fermare ogni volta che troverete un punto panoramico (e capiterà spesso!) -attenzione agli animali selvatici - La strada panoramica di Madalena è stata definita "la strada più bella della Sardegna". È vero che in Sardegna di panorami mozzafiato ce ne sono tantissimi, e quindi decretare una "vincitrice" è un compito arduo. Ma è vero anche che io sono di parte, e quindi non me ne vorrete se concordi con quella definizione. La strada panoramica è un "must" sia per chi non ci è mai stato sia per i Maddalenini: sono sicuro che tutti, almeno una volta, l'hanno percorsa in una direzione o nell'altra senza una destinazione definita, ma solo per godere dei suoi panorami. Questa strada collega tutti i punti dell'Isola in modo piuttosto efficiente, anche quelli più distanti. Per raggiungere una qualsiasi delle spiagge di Madalena la dovrete percorrere almeno in parte, e probabilmente vi verrà il desiderio (del tutto giustificato) di continuare dritto anche se avrete davanti a voi la svolta che vi avrebbe portato alla vostra destinazione. È un'ottimo idea percorrerla appena arrivati per valutare le dimensioni dell'Isola e quelle che potrebbero essere le zone più di vostro gusto. I giorni successivi ci passerete di nuovo, probabilmente, ma sarà comunque bellissimo. La strada panoramica è divisibile in tre anelli: i primi due partono dal centro del paese, uno in direzione Ovest, verso Punta Tegge, e l'altro in direzione opposta, verso Caprera; si congiungono più o meno al centro dell'isola. Il terzo anello parte dalla spiaggia di Spalmatore, circa a metà del secondo anello, e prosegue verso Nord fino a raggiungere Monti d'à Rena e Bassa Trinita, per poi ricongiungersi alla strada principale poco più su del cimitero. Sono strade a due corsie, ben asfaltate, piacevoli e sicure da percorrere. Bisogna solo fare attenzione agli animali selvatici che possono attraversarla (conigli, cinghiali), e alle auto di chi, fermo ad ammirare il panorama, potrebbe aver parcheggiato in modo pericoloso. Consiglio: il primo anello (Ovest) è migliore se percorso in senso antiorario. I panorami migliori saranno di fronte a voi, e troverete delle piazzole sul vostro lato della strada. Il terzo anello (Nord) è migliore se periodo in senso orario: lasciato l'incrocio di Bassa Trinita, poco prima di Monti d'à Rena ci sono due curve a picco sul mare, da cui la vista è spettacolare.
Strada Panoramica
Strada Panoramica
Punti chiave: -la strada che vi porterà in tutte le spiagge dell'isola: bellissima anche senza una destinazione specifica -andare piano sarebbe consigliabile: sua per evitare incidenti, sia per potersi fermare ogni volta che troverete un punto panoramico (e capiterà spesso!) -attenzione agli animali selvatici - La strada panoramica di Madalena è stata definita "la strada più bella della Sardegna". È vero che in Sardegna di panorami mozzafiato ce ne sono tantissimi, e quindi decretare una "vincitrice" è un compito arduo. Ma è vero anche che io sono di parte, e quindi non me ne vorrete se concordi con quella definizione. La strada panoramica è un "must" sia per chi non ci è mai stato sia per i Maddalenini: sono sicuro che tutti, almeno una volta, l'hanno percorsa in una direzione o nell'altra senza una destinazione definita, ma solo per godere dei suoi panorami. Questa strada collega tutti i punti dell'Isola in modo piuttosto efficiente, anche quelli più distanti. Per raggiungere una qualsiasi delle spiagge di Madalena la dovrete percorrere almeno in parte, e probabilmente vi verrà il desiderio (del tutto giustificato) di continuare dritto anche se avrete davanti a voi la svolta che vi avrebbe portato alla vostra destinazione. È un'ottimo idea percorrerla appena arrivati per valutare le dimensioni dell'Isola e quelle che potrebbero essere le zone più di vostro gusto. I giorni successivi ci passerete di nuovo, probabilmente, ma sarà comunque bellissimo. La strada panoramica è divisibile in tre anelli: i primi due partono dal centro del paese, uno in direzione Ovest, verso Punta Tegge, e l'altro in direzione opposta, verso Caprera; si congiungono più o meno al centro dell'isola. Il terzo anello parte dalla spiaggia di Spalmatore, circa a metà del secondo anello, e prosegue verso Nord fino a raggiungere Monti d'à Rena e Bassa Trinita, per poi ricongiungersi alla strada principale poco più su del cimitero. Sono strade a due corsie, ben asfaltate, piacevoli e sicure da percorrere. Bisogna solo fare attenzione agli animali selvatici che possono attraversarla (conigli, cinghiali), e alle auto di chi, fermo ad ammirare il panorama, potrebbe aver parcheggiato in modo pericoloso. Consiglio: il primo anello (Ovest) è migliore se percorso in senso antiorario. I panorami migliori saranno di fronte a voi, e troverete delle piazzole sul vostro lato della strada. Il terzo anello (Nord) è migliore se periodo in senso orario: lasciato l'incrocio di Bassa Trinita, poco prima di Monti d'à Rena ci sono due curve a picco sul mare, da cui la vista è spettacolare.
Punti chiave: -l'unico centro abitato dell'isola di Caprera -piccolo e caratteristico borgo, merita sicuramente una visita Nell'isola di Caprera, da quando il suo illustre abitante Giuseppe Garibaldi se n'è andato, poche altre persone ci hanno vissuto. Le uniche abitazioni civili abitate durante tutto l'anno sono quelle presenti a Stagnali: provate a visitare questo piccolo borgo, e vedrete che ve ne innamorerete! Fate una passeggiata lungo il porticciolo, ammirate il panorama, e potrete fare un salto (letteralmente!) in qualunque posto d'Italia! Nel 1910 infatti, fu costruito dai Bersaglieri di stanza nel borgo un plastico accanto al porto, che raffigurava l'Italia con grande precisione, ed è ora visibile persino dalle immagini satellitari. Stagnali è stato un luogo militare, e gli edifici presenti sono tutte caserme militari ora riadattate: persino la piccola ma affascinante chiesa in origine era un capannone militare. Da Stagnali la strada vi porterà a Sud, verso la parte meridionale dell'isola, ma se svoltate a Est potrete passare dalla Batteria Poggio Rasu, e di qui proseguire verso Nord fino alla Batteria Arbuticci, e osservare dall'alto il panorama di tutta l'Isola e dell'intera parte Est dell'Arcipelago Consiglio: se quando vi trovate a visitare il borgo sono aperti, potete visitare i due musei del borgo: il Museo Geomineralogico Naturalistico e il Museo del Mare e delle tradizioni Marinaresche. Affacciatevi anche all'interno della Chiesa di Nostra Signora della Pace, l'altare è in granito, e l'atmosfera è magica.
Borgo di Stagnali
Borgo di Stagnali
Punti chiave: -l'unico centro abitato dell'isola di Caprera -piccolo e caratteristico borgo, merita sicuramente una visita Nell'isola di Caprera, da quando il suo illustre abitante Giuseppe Garibaldi se n'è andato, poche altre persone ci hanno vissuto. Le uniche abitazioni civili abitate durante tutto l'anno sono quelle presenti a Stagnali: provate a visitare questo piccolo borgo, e vedrete che ve ne innamorerete! Fate una passeggiata lungo il porticciolo, ammirate il panorama, e potrete fare un salto (letteralmente!) in qualunque posto d'Italia! Nel 1910 infatti, fu costruito dai Bersaglieri di stanza nel borgo un plastico accanto al porto, che raffigurava l'Italia con grande precisione, ed è ora visibile persino dalle immagini satellitari. Stagnali è stato un luogo militare, e gli edifici presenti sono tutte caserme militari ora riadattate: persino la piccola ma affascinante chiesa in origine era un capannone militare. Da Stagnali la strada vi porterà a Sud, verso la parte meridionale dell'isola, ma se svoltate a Est potrete passare dalla Batteria Poggio Rasu, e di qui proseguire verso Nord fino alla Batteria Arbuticci, e osservare dall'alto il panorama di tutta l'Isola e dell'intera parte Est dell'Arcipelago Consiglio: se quando vi trovate a visitare il borgo sono aperti, potete visitare i due musei del borgo: il Museo Geomineralogico Naturalistico e il Museo del Mare e delle tradizioni Marinaresche. Affacciatevi anche all'interno della Chiesa di Nostra Signora della Pace, l'altare è in granito, e l'atmosfera è magica.
Vicino alla spiaggia di Spalmatore c'è uno dei fortini militari più particolari e meno conosciuti dell'Isola. Se lo cercate su Google Maps lo troverete come "batteria Spalmatore", ma a guardarlo dall'alto sembra poco più di un piccolo edificio diroccato, ben poca cosa rispetto ai suoi fratelli maggiori sulla dirimpettaia Isola di Caprera, ben più maestosi. Ma forse, dovete solo guardare meglio. Se si guardano le immagini satellitari e aeree, a nord dell'edificio "principale" di vedono solo delle rocce di granito, con tante striature in direzioni causali. Giusto? Sbagliato! Si era in tempi di guerra, ma la guerra era diventata un po' più moderna, e c'era questa nuova cosa chiamata aereo, che permetteva ai nemici di avvistare una fortificazione anche dall'alto. Come fare per mimetizzarsi in mezzo al granito? Scavando lunghe gallerie al di sotto di esso e, dove non bastava, frantumando gli enormi blocchi di roccia e ricostruendoli sopra le postazioni militari. Semplice? Niente affatto, il granito è difficilissimo da lavorare e molto duro, ma la tradizione degli scalpellini maddalenini era molto consolidata, e loro furono in grado di farlo. Costruita tra la prima e la seconda Guerra Mondiale, questa batteria antiaerea è una meraviglia ingegneristica. Bellissima da visitare, anche perché a picco su un mare bellissimo, è anche abbastanza semplice da raggiungere. Le indicazioni di Google Maps portano a una serie di case private i cui abitanti sono abituati a veder passare i curiosi, ma siate comunque educati. Un piccolo cagnetto, il vero proprietario di quel terreno, cercherà di mandarvi via ma non abbiate paura, è solo curioso. Proseguite fino alla prima costruzione, e alla sua destra vi potrete inserire in una lunga galleria, al termine della quale avrete raggiunto l'edificio principale. Da qui parte l'esplorazione. Purtroppo la stradina principale che porta alle postazioni antiaeree è stata invasa dalla vegetazione, ma riuscirete facilmente a superarla o ad aggirarla. Le postazioni sono tutte simili, ma sono i particolari ad essere interessanti: guardate i blocchi di granito, spezzati e ricostruiti; seguite i fili elettrici, inseriti sotto traccia nel durissimo granito; immaginate come doveva essere la vita in quelle postazioni, immerse tra il verde e il granito e circondate dal mare. Non molti conoscono questo fortino e su internet si trovano poche informazioni, non è facile incontrare altri visitatori, e questo lo rende ancora più bello, più segreto, più speciale. Consiglio: indossate scarpe alte e pantaloni lunghi, portatevi dell'acqua. Parcheggiate in uno degli spazi a sinistra lungo la stradina sterrata, poco prima delle case private.
Batteria Spalmatore
Vicino alla spiaggia di Spalmatore c'è uno dei fortini militari più particolari e meno conosciuti dell'Isola. Se lo cercate su Google Maps lo troverete come "batteria Spalmatore", ma a guardarlo dall'alto sembra poco più di un piccolo edificio diroccato, ben poca cosa rispetto ai suoi fratelli maggiori sulla dirimpettaia Isola di Caprera, ben più maestosi. Ma forse, dovete solo guardare meglio. Se si guardano le immagini satellitari e aeree, a nord dell'edificio "principale" di vedono solo delle rocce di granito, con tante striature in direzioni causali. Giusto? Sbagliato! Si era in tempi di guerra, ma la guerra era diventata un po' più moderna, e c'era questa nuova cosa chiamata aereo, che permetteva ai nemici di avvistare una fortificazione anche dall'alto. Come fare per mimetizzarsi in mezzo al granito? Scavando lunghe gallerie al di sotto di esso e, dove non bastava, frantumando gli enormi blocchi di roccia e ricostruendoli sopra le postazioni militari. Semplice? Niente affatto, il granito è difficilissimo da lavorare e molto duro, ma la tradizione degli scalpellini maddalenini era molto consolidata, e loro furono in grado di farlo. Costruita tra la prima e la seconda Guerra Mondiale, questa batteria antiaerea è una meraviglia ingegneristica. Bellissima da visitare, anche perché a picco su un mare bellissimo, è anche abbastanza semplice da raggiungere. Le indicazioni di Google Maps portano a una serie di case private i cui abitanti sono abituati a veder passare i curiosi, ma siate comunque educati. Un piccolo cagnetto, il vero proprietario di quel terreno, cercherà di mandarvi via ma non abbiate paura, è solo curioso. Proseguite fino alla prima costruzione, e alla sua destra vi potrete inserire in una lunga galleria, al termine della quale avrete raggiunto l'edificio principale. Da qui parte l'esplorazione. Purtroppo la stradina principale che porta alle postazioni antiaeree è stata invasa dalla vegetazione, ma riuscirete facilmente a superarla o ad aggirarla. Le postazioni sono tutte simili, ma sono i particolari ad essere interessanti: guardate i blocchi di granito, spezzati e ricostruiti; seguite i fili elettrici, inseriti sotto traccia nel durissimo granito; immaginate come doveva essere la vita in quelle postazioni, immerse tra il verde e il granito e circondate dal mare. Non molti conoscono questo fortino e su internet si trovano poche informazioni, non è facile incontrare altri visitatori, e questo lo rende ancora più bello, più segreto, più speciale. Consiglio: indossate scarpe alte e pantaloni lunghi, portatevi dell'acqua. Parcheggiate in uno degli spazi a sinistra lungo la stradina sterrata, poco prima delle case private.
La storia militare dell'isola spazia lungo molti secoli. Pirati e corsari, navi Romane e Fenicie, Napoleone e Nelson, Garibaldi, e in seguito le due Guerre Mondiali. La batteria militare di Candeo è posta alla sommità Nord Est dell'isola di Caprera, poco sopra il livello del mare, e nascosta perfettamente agli aerei. Questa indicazione ci rivela che la sua costruzione è datata sicuramente in un' epoca compresa tra La prima e la seconda Guerra Mondiale, in quanto è proprio in quel periodo che cominciarono ad essere utilizzati gli aerei per ricognizione e, più avanti, per combattimento. Proprio come la batteria antiaerea di Spalmatore, anche questa è stata realizzata scavando nel granito, oppure frammentando i grossi blocchi di roccia e poi ricostruendoli perché fossero invisibili dall'alto. È facilmente raggiungibile in barca, e sono presenti degli ormeggi ancora utilizzabili, poco distanti dalla fortificazione vera e propria. La si può però raggiungere anche a piedi, lasciando il proprio mezzo lungo la strada che porta alla batteria Arbuticci, prima della curva che porta alla salita al forte. Da qui un sentiero porta verso Nord: il percorso è abbastanza impegnativo, ma merita la fatica. Dapprima raggiungerete la batteria Messa del Cervo, anch'essa assolutamente da vedere, e poi, proseguendo in discesa, arriverete alla piccola ma bellissima spiaggia omonima. Raggiunta la spiaggia , girando verso destra, il sentiero continua verso la batteria di Candeo. Esplorarla sarà un piacere, la vostra sul mare è mozzafiato, la natura e il silenzio sono un perfetto contraltare allo scopo militaresco per cui la fortificazione è stata realizzata. Ricordate di portare dell'acqua, una protezione solare e scarpe comode, ma anche un costume da bagno con una maschera: riporterete a casa con voi il ricordo di una straordinaria esplorazione storica, unita ad un bagno in una cala bellissima.
Batteria di Candeo
La storia militare dell'isola spazia lungo molti secoli. Pirati e corsari, navi Romane e Fenicie, Napoleone e Nelson, Garibaldi, e in seguito le due Guerre Mondiali. La batteria militare di Candeo è posta alla sommità Nord Est dell'isola di Caprera, poco sopra il livello del mare, e nascosta perfettamente agli aerei. Questa indicazione ci rivela che la sua costruzione è datata sicuramente in un' epoca compresa tra La prima e la seconda Guerra Mondiale, in quanto è proprio in quel periodo che cominciarono ad essere utilizzati gli aerei per ricognizione e, più avanti, per combattimento. Proprio come la batteria antiaerea di Spalmatore, anche questa è stata realizzata scavando nel granito, oppure frammentando i grossi blocchi di roccia e poi ricostruendoli perché fossero invisibili dall'alto. È facilmente raggiungibile in barca, e sono presenti degli ormeggi ancora utilizzabili, poco distanti dalla fortificazione vera e propria. La si può però raggiungere anche a piedi, lasciando il proprio mezzo lungo la strada che porta alla batteria Arbuticci, prima della curva che porta alla salita al forte. Da qui un sentiero porta verso Nord: il percorso è abbastanza impegnativo, ma merita la fatica. Dapprima raggiungerete la batteria Messa del Cervo, anch'essa assolutamente da vedere, e poi, proseguendo in discesa, arriverete alla piccola ma bellissima spiaggia omonima. Raggiunta la spiaggia , girando verso destra, il sentiero continua verso la batteria di Candeo. Esplorarla sarà un piacere, la vostra sul mare è mozzafiato, la natura e il silenzio sono un perfetto contraltare allo scopo militaresco per cui la fortificazione è stata realizzata. Ricordate di portare dell'acqua, una protezione solare e scarpe comode, ma anche un costume da bagno con una maschera: riporterete a casa con voi il ricordo di una straordinaria esplorazione storica, unita ad un bagno in una cala bellissima.